Sindrome di De Quervain
Le masse muscolari si trovano nella porzione dorsale dell’avambraccio.
I tendini interessati sono quelli dei muscoli abduttore lungo del pollice (ALP) raramente singolo più spesso costituito da 4-5 fino a 6 tendini ed estensore breve del pollice (EBP). I tendini collegano il ventre muscolare all’osso, in questo caso rispettivamente alla superficie laterale della base del 1° metacarpo ed alla regione dorsale della base della falange prossimale del pollice.
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Per raggiungere il pollice i tendini dell’ALP e
dell’EBP percorrono quindi il lato esterno del polso (lato radiale) attraversando un canale, 1° comparto degli estensori, che aiuta a mantenerli
adesi all’osso, permettendo così che essi, svolgano correttamente la
loro funzione. I due tendini sono avvolti da una guaina liscia e scivolosa
chiamata sinovia che li nutre, ne facilita lo scorrimento e si interpone nel canale tra
tendine e parete ossea sottostante e tendine e retinacolo degli estensori sovrastante. L’infiammazione
della sinovia è chiamata sinovite. Nella tenosinovite di De Quervain il processon infiammatorio rende più difficile il movimento dei tendini nel canale sia per l'ispessimento della sinovia che per l'aumento del liquido sinoviale prodotto.
Cause
Alcune gestualità della mano e del pollice eseguite in maniera ripetitiva come quella di strizzare, impugnare, massaggiare, opporre il pollice alle altre dita possono scatenare l’infiammazione della tenosinovia. In tal caso questa si gonfia impedendo ai tendini di scorrere liberamente nel canale. Alcune malattie quali l’artrite reumatoide possono facilitare la comparsa di un De Quervain. La tenosinovite di De Quervain è altrettanto frequente nelle donne nei mesi subito dopo il parto sia per uno squilibrio ormonale con ritenzione idrica a livello delle strutture legamentose ed ispessimento delle stesse, sia per lo sforzo e la gestialità con cui viene sollevato e mantenuto in braccio il bambino. Più raramente la sindrome di De Quervain può realizzarsi come conseguenza di un trauma.
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Sintomi
Diagnosi
La diagnosi di tenosinovite di De Quervain è
generalmente clinica. Viene formulata dopo una accurata anamnesi, con riferimento alle eventuali attività
lavorative o attività che impegnano comunque dita e polso, seguita da un attento
esame clinico. È importante distinguere una tenosinovite di De Quervain da una
condizione dolorosa molto simile chiamata Sindrome da intersezione.
Grande cura deve esser posta nel localizzare con precisione la sede del dolore.
Il test di Finklestein è uno dei migliori test utilizzati nel formulare la
diagnosi.
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Il test viene eseguito chiedendo al paziente di chiudere la mano a pugno con il pollice incluso, il medico quindi flette passivamente il polso ulnarmente. La comparsa di dolore a livello della regione del 1° comparto deglin estensori fa definire il test positivo. La diagnosi differenziale deve essere posta oltrev che con la sindrome da intersezione anche con altre condizioni come rizoartrosi (artrosi dell'articolazione trapezio-metacarpale), fratture misconosciute di scafoide carpale (dolore a livello della tabacchiera anatomica) o artrosi radio-carpica. In alcuni casi il medico può chiede un esame ecografico di conferma mentre nel sospetto di frattura o degenerazione artrosica è opportuno uno studio radiografico.
Trattamento

Non Chirurgico
Qualora fosse possibile è importante interrompere le attività che scatenano il dolore. Oltre ad utilizzare farmaci anti-infiammatori per via sistemica e/o locale può essere utile indossare un tutore che comprende la parte distale dell’avambraccio, il polso e la base del pollice.
Il tutore immobilizza il polso e la base del pollice, mettendo a riposo i tendini di ALP e EBP. Se queste misure terapeutiche falliscono, in casi selezionati si può effettuare un’infiltrazione locale corticosteroidea.
Chirurgico
Qualora tutte le misure terapeutiche prima descritte non risolvono il problema, si rende necessario un piccolo intervento chirurgico. L’obiettivo della chirurgia è quello di aumentare lo spazio in cui scorrono i tendini, evitando così che durante il movimento strofinino contro le pareti del canale. Per ottenere questo è necessario tagliare il tetto del canale osteofibroso, liberando i tendini. L’intervento chirurgico viene generalmente eseguito in anestesia locale, praticando una piccola incisione cutanea (circa 2 cm) lungo il lato radiale (esterno) del polso (sotto la base del pollice). Dopo aver liberato i tendini si sutura la cute e si applica una piccola medicazione.
Qualora fosse possibile è importante interrompere le attività che scatenano il dolore. Oltre ad utilizzare farmaci anti-infiammatori per via sistemica e/o locale può essere utile indossare un tutore che comprende la parte distale dell’avambraccio, il polso e la base del pollice.
Il tutore immobilizza il polso e la base del pollice, mettendo a riposo i tendini di ALP e EBP. Se queste misure terapeutiche falliscono, in casi selezionati si può effettuare un’infiltrazione locale corticosteroidea.
Chirurgico
Qualora tutte le misure terapeutiche prima descritte non risolvono il problema, si rende necessario un piccolo intervento chirurgico. L’obiettivo della chirurgia è quello di aumentare lo spazio in cui scorrono i tendini, evitando così che durante il movimento strofinino contro le pareti del canale. Per ottenere questo è necessario tagliare il tetto del canale osteofibroso, liberando i tendini. L’intervento chirurgico viene generalmente eseguito in anestesia locale, praticando una piccola incisione cutanea (circa 2 cm) lungo il lato radiale (esterno) del polso (sotto la base del pollice). Dopo aver liberato i tendini si sutura la cute e si applica una piccola medicazione.
Riabilitazione
La mobilizzazione attiva delle
dita è concessa fin da subito, evitando gli sforzi. Il dolore generalmente
migliora già da subito, ma può rimanere una dolorabilità localizzata sull’area
dell’incisione cutanea anche per alcune settimane. Dopo circa 12 giorni
si rimuovono i punti di sutura. Generalmente si consiglia di non eseguire
attività manuali che necessitano di forza per circa 3-4 settimane dopo
l’intervento chirurgico. Alla rimozione dei punti di sutura inizia un graduale
programma di esercizi che permette di recuperare il completo movimento del
polso e del pollice.
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